mercoledì 16 dicembre 2020

Non scandalizziamoci

Isaia 45,6-8.18.21-25 e Luca 7,19-23


Per Giovanni Battista il confronto con Gesù è veramente destabilizzante, dopo il riconoscimento al Giordano, dopo averlo indicato come agnello di Dio, ecco che l'esperienza della prigionia fa precipitare Giovanni nel dubbio e nell'incertezza circa Gesù - Messia.
Non è un dubbio da poco, c'è in gioco la sua fiducia in tutto il suo percorso di vita, entra in crisi il modo in cui Lui stesso, Giovanni, ne ha preparato la manifestazione; va in confusione quel discernimento che ne ha le rimesso il riconoscimento rispetto a tutti; sprofonda nel nulla quel "diminuire rispetto a tutto", che Giovanni ha scelto di fronte al "venire" del cugino. Gesù non libera Giovanni dalla prigione, ma da una risposta che serve a Giovanni per ricomporre la propria frantumazione interiore; è la risposta che le 
Profezie portano in sé stesse per sempre: "... i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!"
Gesù chiede a Giovanni di non cadere nello "scandalo", ma di rinnovare la propria fedeltà alle profezie di cui è stato annunciatore.

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