giovedì 17 dicembre 2020

La "catena" genealogica

Genesi 49,2.8-10 e Matteo 1,1-17


Ho sempre letto, fino ad ora, la genialogia di Matteo come una successione che nella fede comune ci conduce, passando per Gesù Cristo, fino ad Abramo, nostro padre nella fede in Yhwh. Un cammino ricco di esperienze e di umanità; ogni anello infatti rappresenta uno "spazio/tempo" di umana intensità unico è necessario per poter collegare ciò che segue con ciò che precede. Ed è proprio questa singolarità che esalta oggi la dimensione della relazione. Questi anelli sono persone, sono uomini e donne, sono relazioni vissute con intensità e coinvolgimento. Non sono semplici tessere che uniscono frammenti di tempo. Ogni anello è relazione con Dio; ogni anello è desiderio di amore; ogni anello è attesa di compimento; ogni anello è affidamento al mistero dell'eternità. Ogni anello è una umanità vissuta interamente e intensamente come vocazione, cioè come chiamata di Dio a dare, per ciascuno la propria parte, senso al disegno di salvezza. Ma che cosa è il disegno di salvezza, che cosa è la redenzione se non una intima relazione così viva, che vince il male e ma morte, che trova in Gesù la pienezza di senso; pienezza che permette di arricchire ogni nostro rapporto con affetto vero, con fedeltà sincera, con stima confidente, con abbandono fiducioso ... Tutto questo alla luce del mistero di Dio. Si perché, è la relazione vissuta da Abramo che viene soddisfatta in Gesù; è la relazione vissuta da Isacco che trova in Abramo forza e consolazione, come pure piena soddisfazione in Gesù; è la relazione vissuta da Giacobbe che ha in Abramo e in Isacco la propria radice e origine dell'affidamento, come ha in Gesù il compimento della speranza e del desiderio ... È così per ogni anello di questa catena di salvezza. .... È la mia relazione con chi mi ha preceduto nella fede che riempie la mia storia di un tenero e dolce affollamento di volti, e trova in Gesù il sereno compimento di ogni mi attesa.

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