lunedì 21 dicembre 2020

Accogliere ... È tempo di avvento!

Cantico 2,8-14 e Luca 1,39-45


Dio lo si può solo accogliere, non meritare, tantomeno pretendere. In questo avvento in cui tanto ci è stato tolto nella libertà di vedere, incontrarsi, di fare e scegliere; sempre più urgente diviene l'esperienza di accogliere il Signore che viene. Una accoglienza che ci salva dalla solitudine relazionale ed esistenziale.
Lo spazio di questa solitudine relazionale, corre il rischio di essere riempito da tutto ciò che non è relazione, ma solo comunicazione o anche solo dal nostro egocentrismo.
Custodire e coltivare l'attesa, oltre ogni sentimentalismo romantico, per noi cristiani, in questa situazione particolare, significa realmente dilatare lo spazio e le condizione per l'accoglienza: accogliere l'altro, da quello che da sempre trovo accanto a me, a quello che ricordo anche solo alcune volte all'anno. Accogliere come Maria, accogliere come Giuseppe, accogliere come Elisabetta e Zaccaria ...
Accogliere ... perché è nella accoglienza che scopro la gratuità di colui che è accolto, e lo riscopro come dono gratuito. 
Accogliere è esercizi di gratuita, di apertura all'altro, ma anche di dono di me stesso. Accogliere è una scommessa che si vince a partire non dai propri meriti e capacità, o nel bastare a se stessi, ma si vince superando le Resistenza egocentriche, e si manifesta nella gioia dell'incontro: "Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce ..."

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