giovedì 3 dicembre 2020

Il Kyrios ... Nostra roccia eterna!

Isaia 26,1-6 e Matteo 7,21.24-27

Come è facile dire Signore, Signore nelle celebrazioni, nelle preghiere e nelle varie liturgie, oggi poi con più solennità siamo invitati a ripeterlo anche in greco (edizione del nuovo Messale Romano); una espressione che dice il centro della nostra fede in colui che è il Cristo, il Kyrios, Dio; forse non altrettanto facile è riconoscerlo nella fede, e nella vita. È Gesù veramente il Kyrios, il Signore della mia vita? 
Come posso passare da una dichiarazione liturgica, quasi convenzionale, alla espressione di fede che dice una esistenziale in cui realmente il Signore è inizio e compimento della vita? Credo che occorra stare nella realtà con lo sguardo di chi sa riconoscersi umanamente saggio e anche stolto. Attraverso questo discernimento possiamo riconoscere che quel grido - Signore, Signore -  è vero solo quando corrisponde al desiderio, e alla vita, che compie la volontà del Padre.
Già Isaia richiamando il popolo alla fedeltà di Yhwh diceva: "Confidate nel Signore sempre, egli è una roccia eterna". La memoria di Israele, ci conduce attraverso i drammatici momenti di una storia che ha conosciuto, schiavitù ed esilio; momenti eccelsi e drammatiche distruzioni; ma di fronte a tante situazioni di crisi, il profeta Isaia risuona come il riconoscimento della fedeltà di Yhwh e alla fede in lui, indipendentemente dalle nostre infedeltà.

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