domenica 6 dicembre 2020

NUOVO INIZIO

Isaia 40,1-11 / Salmo 84 / 2 Pietro 3,8-14 / Marco 1,1-8


 

Siamo alla seconda settimana di Avvento, e come ogni anno siamo messi di fronte, simbolicamente, a una strada aperta nel deserto. Ogni simbolo, in quanto tale, porta in sé l’immediatezza del significato e la forza della provocazione.

Una strada che attraversa il deserto della nostra umanità (o disumanità); una voce che grida fin dall'inizio una presenza amica che si avvicina: il Dio con noi.

Questo Avvento oggi, diversamente da ogni altro ci chiede realmente di vivere l'attesa con lo spirito di Isaia: denso e carico di speranza; e con la forza dirompente di Giovanni: ruvido e tenace, provato dall'arsura del deserto di Giuda e dal sole che rende le pietre come un metallo temprato.

Ma la nostra cultura, la nostra quotidiana realtà -  diciamolo senza finzioni - non riesce ad incamminarsi in nessuna strada, se non in un irto sentierino senza sbocchi. La strada che attraversa la nostra aridità è già sbarrata … inoltre avvertiamo la solita abitudine, quella cioè di percorrerla la strada dell'Avvento, solo come una liturgia, fino alle ore 24 del 24 dicembre; ma prendere seriamente l'invito dell'attesa come proposta di conversione a Gesù, questo siamo proprio impediti a farlo ... Chissà perché …

Questo Avvento invece, è di nuovo una occasione, da non perdere, da non sprecare!

Cosa possiamo fare? Come Posso realmente incamminarmi in questa strada nuova? Come posso spianare monti, colmare le valli e raddrizzare vie tortuose ...

Ciò che mi propone il Signore è di raccogliere la sfida di una nuova proposta, di un nuovo progetto, di un nuovo stile ... Questa è la strada che si apre per ciascuno ... ed è una strada nuova, quando ci permette di ricominciare a vivere, a progettare e a stringere legami; questo anche quando la “crisi” intorno a noi è così dura che tutto sembra condizionare e affossare nel suo grigiore.

La “strada nel deserto” è ciò che fa ripartire la vita ed è sempre una buona notizia, una parola di speranza, una proposta che contagia per l'amore che porta.

Ed ecco che Giovanni - oggi come allora - cammina davanti al Signore, per annunciare che Dio ci precede nel camminare con noi; e che sempre col Vangelo propone e offre sé stesso come bella notizia: cioè anche per l'uomo di oggi Dio viene in mezzo a noi; percorre insieme a noi le nostre strade polverose, dove sperimentiamo a fatica e l'umiliazione del male. Ma lui proprio in questa strada mostra la novità che permette anche a noi di rifiorire: mediante il suo sguardo di tenerezza, con le sue mani che accarezzano, e la sua voce che sconfigge i demoni, e che incanta i bambini, ma soprattutto che perdona.

La nuova strada è ciò che Gesù insegna e disegna attraverso il Vangelo: cioè un altro mondo possibile.

Allora non resta altro che mettersi in cammino, attraversando il deserto arido della vita, per poter giungere in quelle oasi di pace e di gioia dove dissetarsi del dono che Gesù fa di sé. La vecchia strada è quella dei peccati che facciamo in famiglia, e che spesso non riusciamo nemmeno a riconoscere. La vecchia strada sono i nostri egoismi, sono le nostre durezze, sono le parole che feriscono, sono i muri che alziamo gli uni verso gli altri, le polemiche sterili, la pigrizia e i menefreghismi ... Ma se in verità voglio dare un NUOVO INIZIO alla mia vita, devo farlo da oggi, ed è questo il momento in cui dare l’avvio ai lavori della nuova strada! Allora non resta altro che mettersi in cammino, insieme a Gesù, in questo nuovo inizio.

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