mercoledì 30 dicembre 2020

Cari amici vi scrivo ... E non per distrarmi un po' ...

1 Giovanni 2,12-17 e Luca 2,36-40


Quando scriviamo una lettera a qualcuno, prima di tutto significa che il destinatario merita tutta la nostra attenzione. Oggi nell'era virtuale le lettere sono scarse, più comuni i messaggini ... Ma questo imprime alla lettera scritta ancora più significato e valore, proprio come al tempo di Giovanni, quando solo una minoranza sapeva scrivere e la lettera era destinata a rimanere come testimonianza. Ecco proprio una testimonianza di quanto il destinatario fosse prezioso, e di quanto il contenuto della lettera rappresentasse una apertura del cuore, un condividere, e un invito a corrispondere (da cui il gergo "corrispondenza", come scambio di lettere ...).
È in questo senso che la lettera di Giovanni assume un significato personale e intimo: "Scrivo a voi figlioli ... Scrivi a voi padri ... Scrivo a voi giovani ..."; scrive a chi è speciale e merita di entrare in una condivisione unica quella del mistero di amore che il Signore, per primo a condiviso con Giovanni e con i suoi discepoli. A noi oggi, Giovani dice di non fissarci nelle cose del mondo, di non illudere noi stessi che "l'amore del modo", e che viene dal mondo possa soddisfare il nostro desiderio di essere amati, e che possa donarci quel compimento che speriamo, "perché tutto quello che è nel mondo – la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita – (...). E il mondo passa con la sua concupiscenza", ma di mettere come priorità il fidarsi della volontà di Dio, che in Gesù trova piena rivelazione. Fidarsi della volontà di Dio ... Interessante ...


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