lunedì 19 luglio 2021

Dio garantisce ma libertà guadagnata.

Esodo 14,5-18 e Matteo 12,38-42

Il racconto di Esodo di oggi, si snoda secondo uno schema che diventerà consueto e ripetuto, per tutto il viaggio nel deserto: Dio ordina a Mosè e al popolo cosa deve fare; il popolo critica, ha paura, si ribella, protesta; Mosè compie un segno; il popolo vede, si converte, acclama, loda e torna ad avere fiducia.
In questa pagina possiamo rivivete tutti i nostri slanci, i nostri tentennamenti; l'orizzonte delle scelte, il coraggio determinato e la fragilità del scegliere e andare; il ripensamento, il timore la sfiducia.
Altro riquadro interessante è il faraone, che dopo tutte e prove torna ad essere ostinato, quasi a ricordarci la nostra ottusità e durezza rispetto al cambiamento, alla conversione del cuore. Nella pagina, il faraone si mostra convinto di poter riprendere facilmente i fuggitivi, diretti verso la zona paludosa dei Laghi Amari. Se a momenti la fuga, o per noi la liberazione, sembra destinata al fallimento; nel momento della criticità, Dio si mostra ancora una volta colui che è fedele alle promesse, è lui che è sceso a liberare il popolo dalla schiavitù. Non ha solo visto Mose come Dio emissario, ma Dio stesso opera e agisce nel determinare quella storia. Dio, infatti, si coinvolge attivamente nella storia di Israele e di ogni uomo, al di là di ogni fatica e resistenze che possiamo sperimentare e mettere in atto.
Non c'è più quindi, una notte di tenebra, ma la notte è quella della libertà, dove fatta esperienza del passaggio, mai più torneremo sui nostri passi per essere schiavi; nemmeno se percorsi da mille tentazioni.

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