venerdì 16 luglio 2021

La Pasqua Ebraica

Esodo 11,10-12,14 e Matteo 12,1-8


Le origini della festa di Pasqua si perdono nei tempi, dove le tribù nomadi di pastori, immolavano gli agnelli come rito propiziatorio per allontanare i pericoli che minacciavano le greggi; immolazione a cui seguiva un vs cheto notturno con canti e danze. Se questo può essere l'origine per la componente nomade e dedita alla pastorizia; per la componente dedita alla agricoltura, la festa si concentrava nell'offerta delle primizie, i primi frutti (l'orzo) in occasione del plenilunio di primavera. 
Quando le tribù nate dal clan di Giacobbe, e non solo, si trovano a sperimentare la schiavitù in Egitto, questo fare festa si trasforma radicalmente nell'evento che segna l'inizio del nuovo popolo: la liberazione e dalla schiavitù.
La liberazione coincide con la festa, ecco che allora la festa diviene per sempre il memoriale della liberazione e della nascita del popolo di Israele.
L'uscita dall'Egitto diviene concretamente un avvenimento-segno degli eventi di salvezza che caratterizzeranno tutto il tempo dell'esodo.

Scrivere il modo di celebrare ma Pasqua, serve per conservare nella memoria del popolo il ricordo di quella notte di veglia nella quale nasce Israele: la festa diviene memoriale di generazione in generazione dell'esperienza della salvezza e cessa di essere un semplice fatto storico. Anche noi spesso ci aggrappiamo ai nostri ricordi per trovare consistenza e forza nelle nostre fragilità, ebbene, Israele, al ricordo di quella notte si aggrappa invocando la forza della vicinanza e misericordia di Yhwh.


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