venerdì 30 luglio 2021

Un tempo che è sacro ...

Levitico 23,1-37 e Matteo 13,54-58


È più facile accettare una normativa religiosa come quella descritta nel brano del Levitico, che accogliere la "Parola" che Gesù a Nazareth ha rivolto ai suoi compaesani.
In tutto il pentateuco, ma in generale in gran osate della rivelazione ad Israele, ogni uomo che riceve la rivelazione di Dio, non parla mai da se stesso, ma riferisce al popolo la parola di Dio: "Il Signore parlò a Mosè e disse: «Parla agli Israeliti dicendo loro: ..."; non è mai una iniziativa propria del Patriarca o del Profeta ...
Gesù, suscita molto disorientamento perché si pone in una prospettava completamente diversa, egli stesso infatti è autoreferenziale in ciò che dice e opera. In questo si genera lo scandalo di chi riconoscere in lui solo il figlio del falegname.
Ma venendo a Levitico, oggi possiamo rilevare come insieme alle alle leggi sociali, morali e religiose che il Signore diede a Mosè per il popolo di Israele, Egli comandò che venissero osservate una serie di festività annuali. Sono feste solenni volute da Dio e a Lui dedicate. Pur essendo festività religiose, hanno una grande importanza anche per l'agricoltura, scandendo le fasi di semina e raccolto. Sembra infatti non solo un modo di rendere sacro il tempo profano, i tempi della natura e quelli dell'uomo, ma pongono la presenza e l'agire di Yhwh, nel tempo profano; Dio non è fuori dalla realtà creata. Festività che oltretutto assumono una valenza profetica in ordine alla narrazione della storia della salvezza che ha in Gesù il compimento di ogni sacrificio, festa e solennità.
Questo sarebbe sufficiente per interrogarci sul senso e il modo attuale di viver il tempo della festa, delle solennità e dei precetti nella vita della comunità cristiana. Sarebbe bello aprire una discussione senza preconcetti e pregiudizi.

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