martedì 6 luglio 2021

Una lotta ... L'abbraccio di Dio.

Genesi 32,23-33 e Matteo 9,32-38


Un brano misterioso, in cui si intrecciano la vicenda umana di un fuggiasco, Giacobbe, la tradizione delle divinità della terra di Canaa che erano a protezione dei luoghi e dei territori, il compimento della promessa e la realtà nuova che scaturisce dal nome e dalla benedizione.
Procediamo con calma. Lo Iabbok è un fiume affluente del Giordano che nell'antichità segnava il confine con la terra di Canaa. Passare il guado significa entrare in quella terra che è oggetto della promessa di Dio. Ma quel passaggio è anche il modo in cui Giacobbe affronta tutte le due paure e,raccolte le sue fragilità si dispone ad affrontare la realtà, il fratello a cui ha sottratto con inganno la primogenitura, carpendo la benedizione del padre Isacco. In tutta la vicenda umana che si dispiega davanti a chi legge, si inserisce l'agire di Dio, l'Altissimo, in quel corpo a corpo che obbliga Dio e l'uomo a toccarsi a stringersi l'un l'altro, ad entrare in una relazione che segna entrambi nel profondo. È in quella lotta che le promesse di Dio manifestano la loro concretezza e il compimento. È da quella lotta che la benedizione, ancora una volta, quasi una indebita appropriazione, viene a caratterizzare la vita di Giacobbe, come condizione nuova che si comprende nel nome che il patriarca riceve da Dio: Israele, un popolo, una nazione. 
Il misterioso intreccio, un poco per volta svela il suo fascino e la sua profezia, ma diviene per sempre condizione del cammino dell'uomo; un cammino che inevitabilmente porta al confine tra le promesse di Dio e le nostre certezze auto costruite.

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