sabato 10 luglio 2021

Una bella conclusione

Genesi 49,29-50,26 e Matteo 10,24-33

La parola crea ed è efficace: è questo uno dei grandi doni della Genesi. La storia di Giuseppe ci dice qualcosa di nuovo: la parola è capace di ricreare anche le nostre relazioni spezzate, farle risorgere dalle tombe-pozzo dove continua a gettarle la nostra cattiveria. Lo sguardo conclusivo della narrazione ci riporta al cuore della Terra della promessa, lì dove ancora nomade, Abramo acquisto il terreno per la sepoltura di Sara. Un luogo che non è solo di morte ma di ricongiungimento, di intensa relazione. È possibile curare con la parola le nostre fraternità ferite, donando interpretazioni di storie che le risuscitano. È la possibilità di un’altra fraternità, più profonda e universale di quella del solo sangue, il dono più grande che Giuseppe continua a farci. Se la Scrittura ha quindi al cuore della narrazione della salvezza la storia dell’Alleanza e della Promessa una fraternità morta e risorta, allora il miracolo di un fratricidio che si trasforma in nuova fraternità è possibile, fa parte del repertorio dell’umano. E può ripetersi ovunque e ogni giorno, anche oggi.


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