martedì 20 luglio 2021

Il Signore sospinse il mare ... e apre la strada al suo popolo.

Esodo 14,21-31 e Matteo 12,46-50


Passare attraverso il mare, questo racconto di Esodo descrive un passaggio chiave: se in Egitto, schiavi erano semplicemente clan tribali famigliari, aggregati tra loro, ora tutti si identificano in un unico popolo. È in questo passaggio dalla schiavitù alla libertà che nasce l'identità del popolo di Dio. Questa genesi non riguarda solo Israele, ma da un lato rappresenta il compimento delle promesse fatte ai padri; dall'altro, anche il particolare legame che da quelle promesse ci permette di giungere a noi, che ci fregiamo di essere il "nuovo popolo di Dio". Papa Francesco in una data catechesi richiama il concetto di popolo:  "la nostra identità cristiana è appartenenza!" Siamo cristiani perché apparteniamo alla Chiesa. È molto bello notare come questa appartenenza venga espressa a partire dalle promesse di Dio ai padri, ad Abramo,Isacco e Giacobbe. In questo modo Egli si manifesta come il Dio che ha stretto un’alleanza con i nostri padri e rimane sempre fedele al suo patto, e ci chiama ad entrare in questa relazione che ci precede. Questa relazione di Dio con il suo popolo ci precede tutti, viene da quel tempo. 
Essere popolo significa appartenere a Dio, perché Dio è fedele a ogni membro del suo popolo, singolarmente e nell'insieme.
Quando noi oggi parliamo di comunità, ci limitiamo a un contenuto di comunione e di condivisione, ma dal Concilio Vaticano II, viene recuperata questa categoria di Popolo di Dio, come espressione e concreta di una speciale appartenenza. Io appartengo a Dio, egli a cura di me in tutto, questa relazione appartiene a tutti i suoi figli; essi insieme sono  popolo della promessa.

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