sabato 31 luglio 2021

Suonate il corno: è l'anno del giubileo

Levitico 25,1-17 e Matteo 14,1-12


È di ieri la notizia che anche quest'anno abbiamo già consumato quanto la terra mette a disposizione ogni anno, come ricchezza naturale e sue risorse, e che l'uomo sfrutta per vivere sul pianeta.
Il rapporto con i beni e con la natura, il loro possesso è al centro del capitolo 25, insieme al nuovo rapporto che si genera tra uomo e uomo. Il capitolo 25 di Levitico presenta una sintesi sapiente su come stare nella terra: uscendo dalla logica di uno sfruttamento indiscriminato dei beni a nostra disposizione; e guardando a ciò che abbiamo come un dono e, quindi, dentro la relazione con Dio, che è provvidente e buono; tenendo conto del fratello come di colui che siamo chiamati a liberare, preoccupandoci che abbia ciò che gli è necessario alla vita.
In definitiva il Levitico ci offre la riflessione sul riposo sabbatico dal quale fuoriesce il senso di giustizia. Nel tempo dello Shabbat ci viene data la possibilità di risanare le relazioni con i beni della terra, con il prossimo e con Dio.
Si inserisce nelle relazioni tra uomo e uomo,  tra uomo e "cose" e tra uomo e Dio la condizione di gratuità, che è una chiave di lettura e di interpretazione inaudita, se ci pensiamo bene. Ma proprio nella gratuità tutto viene rinnovato e rigenerato nel tempo.  L’anno giubilare, d’altra parte, richiede di assumere l’idea che le risorse della terra hanno, in prima istanza, una destinazione comunitaria. Il Levitico invita, pertanto, a sospendere la relazione di possesso assoluto dei beni e delle persone per orientarci, invece, nella ricerca e al riconoscimento del valore del creato e di ogni persona.

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