domenica 26 luglio 2020

1 Re 3,5-12Sal 118Rm 8,28-30Mt 13,44-52
Il regno dei cieliil tesoro, un mercante, una rete ...

Mi piace pensare che oggi, Gesù ci voglia attrarre a sé, ci voglia affascinare con la sua parola, per cui, quale migliore esperienza di paragone, se non quella che anche noi da bambini abbiamo fatto pendendo dalle parole della narrazione di una favola?
Premesso che a Parabola non è una favola, resta comunque l'intento da parte del Signore di entrare nel nostro cuore, come nel cuore di ogni uomo, per lasciarvi il fascino del mistero di Dio: "il regno dei cieli".
Che cosa c’è quindi, di più affascinante che trovarsi di fronte a un tesoro nascosto sottoterra, nel proprio campo o giardino? Un tesoro scoperto improvvisamente e senza alcuna aspettativa?
Che cosa cè di più avventuroso del girare per il mondo, senza altro pensare se non a ricercare la bellezza? A passare di bellezza in bellezza?
Che cosa c’è di altrettanto coinvolgente che partecipare realmente a una pesca abbondantissima, al punto che le reti si riempiono di ogni genere di pesci?
In tutto questo susseguirsi di immagini, al discepolo Gesù chiede di lasciare spazio alla nostra voglia di cercare nella profondità del cuore, come anche alla libertà di andare per il mondo senza vincolise non quello di riconoscere e trovare l'amore di Dio (la vera bellezza); e di non lesinare Ia fatica di essere pescatori - magari di uomini – e di partecipare alla loro gioia.
Gesù nella narrazione delle Parabole non tralascia nulla nei particolari, come anche una particolare e indispensabile condizione: il coinvolgimento del contadino, del mercante e del pescatore.
Le Parabole non sono belle favole per bambini, ma sono la storia della narrazione della salvezza in cui ciascuno di noi è partecipe perché figlio del Regno dei cieli in quanto il Padre ci ha chiamato ad essere suoi figli. Noi ci rivestiamo pienamente di questa figliolanza che ci rigenera, attraverso l’ascolto delle parabole del regno dei cieli.

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