lunedì 13 luglio 2020

Isaia 1,10-17 e Matteo 10,34-11,1
Il di più in un bicchiere di acqua fresca ...

Presi i dodici, Gesù, non risparmia le parole circa la fatica che saranno, e che sono chiamati a fare rispetto alla scelta di seguirlo.
Prima di tutto l'incomprensione di quelli vicini, della propria famiglia. Ma non è così anche oggi, anche in famiglie dette "cristiane", dove la scelta di seguire la vocazione di consacrazione, oppure scelte che mettono il primato del Vangelo e del Signore davanti a tutto, suscitano sentimenti variabili tra il turbamento e l'opposizione? Il Vangelo non è male, seguire Gesù non è male ... ma sono i nostri attaccamenti e i nostri progetti che vanno ad occupare la possibilità di essere per Gesù e per il Vangelo, rendendoci inadatti e inadeguati ... cioè pongono in noi una rigidità e una indifferenza che limita la nostra vita nella capacità di novità.
Il primato di Cristo in cosa si traduce oggi?
Credo di poter dire che questo primato si traduce nella sua rilevanza! Di fronte alla irrilevanza culturale del cristianesimo di oggi in occidente, è la vita dei cristiani in altre parti del mondo che testimonia ancora come la rilevanza cristologica si traduce in scelte e modi di vita che esprimono il precederci di Gesù. È proprio questa apertura, questa disponibilità della nostra esistenza che dice il donare la vita per averla in pienezza.
Ed è questo il cuore della nostra incompiutezza esistenziale. Di fronte alla criticità e fatica della scelta, e delle scelte, la pienezza di senso ci rivela quel di più che è solo Gesù, ma rivela e mostra anche come essere degni di Lui.

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