mercoledì 8 luglio 2020

Osea 10,1-3.7-8.12 e Matteo 10,1-7
È tempo di cercare il Signore!

Due immagini accompagnano la Parola di questo giorno.
La prima immagine è conseguenza della crisi epocale che il profeta Osea, vive, legge e riprende prima della distruzione del Regno di Samaria (Israele). La realtà che siamo chiamati a vivere, mette in luce la falsità del cuore: Yhwh non è più il "cuore di Israele". Ma che cosa rappresenta quella infedeltà, quella vergogna e quel peccato di idolatria. È in questo contesto che non viene meno anche la certezza che "Dio ha visitato il suo popolo", per cui ancora risuona l'invito profetico "dissodatevi un campo nuovo, perché è tempo di cercare il Signore, finché egli venga ...". Ed ecco che il suo venire non si lascia attendere.
La seconda immagine che risponde a questa certa speranza, che si manifesta attraverso il vangelo: l'agire di Gesù, dal quale diviene anche quello degli apostoli, costituiti tali e inviati, è continuità e attualità della venuta del Signore. Il fare, l'agire del maestro, condiviso con gli apostoli, imprime nella realtà la novità salvifica: "diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità". 
Non si tratta di taumaturgi girovaghi che compiono prodigi, ma di segni concreti della salvezza come conseguenza del diffondersi del Vangelo. Dio manifesta il suo esserci - il regno dei cieli è vicino - nei segni di coloro che Gesù manda a continuare, e a realizzare, la pienezza della venuta del Signore, la salvezza.

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