giovedì 23 luglio 2020

Galati 2,19-20 e Giovanni 15,1-8
Festa Santa Brigida (in Emilia Romagna: San Apollinare)
Discepoli nell'ascolto ...

Il nostro essere in Cristo da cosa dipende, da cosa è mediato?
Ma cosa significa essere uniti a Cristo come i tralci alla vite?
Il Vangelo di oggi ci offre questa chiave di lettura: "Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli".
Essere uniti a Cristo si esprime nell'esperienza del "rimanere", ciò significa essere perseveranti nel custodire la memoria e ciò che è Gesù.
Custodire la memoria del fascino delle sue parole e della gioia di averlo incontrato e toccato; ma soprattutto richiamare costantemente quelle sue parole, che attraverso l'esperienza dell'ascolto, declinano nella nostra quotidianità il confronto costruttivo che ci edifica come "suoi discepoli".
Portare frutto è conseguenza inevitabile del diventare "suoi". A volte siamo tentati di tradurre i frutti con le opere di carità, quei gesti che con bontà - e non sempre con gratuità - ci lasciano nella possibilità di sentirci in coscienza apposto, di avere fatto quanto dovevamo fare. Ma questo in realtà non è diventare suoi discepoli, perché tutto è centrato su di noi; si diventa discepoli nella sequela a partire dall'esperienza dall'ascolto. In questo senso il rimanere si può proporre con l'immagine di chi seduto ai piedi di Gesù non si stanca di lasciarsi permeare dalle sue parole. A volte si può essere stanchi, a volte distratti, a volte ribelli; ma lo stare stabili davanti a lui, nell'ascolto, diviene l'esperienza del "rimanere".

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