giovedì 9 luglio 2020

Osea 11,1-4.8-9 e Matteo 10,7-15
Più li chiamavo è più si allontanavano ...

L'amore che non è amato! È questa la dinamica umana più diffusa e che si traduce nella esperienza comune, ancora di più che quella dell'amore ricambiato. È proprio questa immagine-esperienza che si nasconde nelle parole del Profeta Osea. Ma è Dio che ama, e per questo all'amore non amato corrisponde: "Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione".
Questa immagine, che supera ogni possibilità umana di un amore gratificato e corrisposto, anticipa da sempre il mistero della misericordia di Dio che si manifesta e realizza nell'amore donato al mondo nel figlio di Dio, in Gesù.
Collocare nella nostra esistenza l'amore gratuito di Dio permette di mettere a nudo la nostra fragilità e di curare le nostre durezze, con l'esercizio della pazienza (li chiamavo e si allontanavano da me), della vicinanza (come chi solleva un bimbo alla sua guancia)e della compassione (perché sono Dio e non uomo).
Ecco che nel Vangelo alla immagine di questo amore viscerale, si accompagna il "gratuitamente".
Il Vangelo come annuncio, come esperienza e condivisione della vita, si differenzia da una sapienza, da una filosofia, o da una dottrina proprio per questa sua genesi: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date!"
Ma cosa abbiamo ricevuto "gratuitamente?" 
Gesù Cristo il verbo del Dio Benedetto! La misericordia del Padre fatta carne!

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