venerdì 31 luglio 2020

Geremia 26,1-9 e Matteo 13,54-58
Ed era per loro motivo di scandalo

Così come Gesù è scandalo per gli abitanti di Nazareth, in ugual misura i suoi discepoli devono essere scandalosi. In realtà lo scandalo di Nazareth cosa significa?
Quella reazione descrive la loro rigidità, la loro refrattarietà rispetto al nuovo. Dice che il percorso di conversione, non si genera per simpatia o per affinità, tantomeno per una sorta di fraternità paesana; ma per una vera e propria adesione a ciò che Gesù propone, indipendentemente dalla rigidità dei nostri giudizi.
La domanda che questa pagina di Vangelo rimanda è: "chi è dunque questo Gesù?"
"Non è quello che già conosciamo dal catechismo?"
"Non abbiamo forse mangiato il suo pane?"
"Non abbiamo ricevuto una sua proposta di vita?"
Eppure non ci siamo coinvolti, non abbiamo risposto ai suoi inviti. La nostra quotidiana esistenza funziona anche e a prescindere dalla sua Parola, anche se affascinante e capace di stupirci.
Non è forse anche oggi, motivo di scandalo una certa proposta cristiana che trova all'interno della stessa Chiesa una sorta di rigidità, che tanto sembra quella degli stessi Scribi e Farisei.
Essere discepoli di Gesù, non significa essere buoni e obbedienti, ma capaci di suscitare quello scandalo che è la conseguenza del perbenismo e della ipocrisia dell'atto di fede, quando questo non è intimità della vita in Cristo.

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