giovedì 30 luglio 2020

Geremia 18,1-6 e Matteo 13,47-53
La "conseguenza" del regno dei cieli 

La rete gettata nel mare dice che il regno dei cieli non esclude nessuno. Non si riconosce il regno a partire dai buoni, ma il regno è una esperienza che coinvolge tutti.
Se il regno fosse a priori esperienza di scarto, cioè fosse solo per coloro che sono buoni,  non sarebbe espressione della misericordia del Padre. Ecco allora una immagine adeguata, simile alle altre parabole: il regno dei cieli è generato nella esperienza della misericordia. Così come la comunità dei discepoli, e come la Chiesa nel mondo fa esperienza e vive di misericordia, e in quella misericordia racconta la premurosa vicinanza di Dio, così il regno dei cieli diviene la proposta di un Dio vicino e accanto a ogni uomo, indipendentemente dal suo essere buono o cattivo. È la misericordia il principio per il quale tutto si può convertire alla bontà. Il regno dei cieli è quindi una rete di misericordia inclusiva verso tutti gli uomini. Solo alla fine si farà la distinzione circa buoni o cattivi; cioè sull'esperienza della misericordia; su come il precedere di Dio la nostra storia genera la nostra conversione al suo amarci.

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