lunedì 20 luglio 2020

Michea 6,1-4.6-8 e Matteo 12,38-42 
La pretesa dei segni ...

Oggi nelle Chiese dell'Emilia Romagna si ricorda anticipatamente Santa Brigida, patrona d'Europa, perché il 23 luglio ricorderemo Sant'Apollinare patrono della Regione; ma ugualmente nel commento alle letture seguiamo la liturgia ordinaria.
"Da te vogliamo vedere un segno..."; proprio da te, da altri forse non ci interesserebbe, ma da te lo vogliamo vedere, un segno che sia una conferma, un segno che ci stupisca e ci convinca ...
Ma i segni non servono a questo, i segni rivelano la vicinanza di Dio, e il suo rivelarsi nella realtà che viviamo, attraverso la vita di Gesù, il suo figlio incarnato. I segni sono quindi spesso riconoscibili, proprio perché si ha la pretesa che questi corrispondano alle nostre attese. Di fronte alla pretesa, Gesù mostra cosa impedisce di vedere in lui il segno di Dio Padre:
- una generazione malvagia ... Indifferente agli appelli di amore che Gesù continuamente gli ha rivolto, è disponibile a tramare il male, soprattutto verso di Lui, nel cercare come ucciderlo;
- una generazione adultera ... L'infedeltà, è principio di idolatria e soprattutto di quel peccato originale che è l'arroganza umana verso Dio.
Di fronte a ogni pretesa, resta il segno fragile di Giona profeta; ma proprio questo segno fragile si accompagna per il susseguirsi delle vicende umane.
Cercare il segno di Giona nella nostra storia personale, significa trovare in noi, nel nascondimento, il Cristo mite e umile di cuore, che deposto dalla croce, rappresenta il segno concreto e vero delle nostre esperienze di amare.

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