lunedì 6 luglio 2020

Osea 2,16-18.21-22 e Matteo 9,18-26
Nella fedeltà conoscerai il Signore!

La bellissima immagine di Osea - che ha come sfondo la sponsalità -, viene applicata in modo suggestivo alla relazione tra Dio e il popolo di Israele. Dopo il tempo della infedeltà, lo stesso profeta sperimenta una rinnovata relazione di amore, che parte dall'iniziativa divina (Yhwh, mai abbandona a sé stesso il popolo di Israele): "Ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore".
La risposta a questa seduzione non si fa attendere. La sposa subito risponde come chi è condotta dalla passione giovanile dell'amore, in un concedersi pieno di fiducia e di attesa. Questa immagine divine il sigillo della fedeltà di Yhwh: "Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nell’amore e nella benevolenza,
ti farò mia sposa nella fedeltà e tu conoscerai il Signore".
Nella dinamica della elezione, cioè della scelta sponsale, non si intuisce solo una preferenza, ma tutto ciò che dal vincolo di amore si genera nella esperienza del vivere quotidiano si dilata nell'esperienza della giustizia e il diritto, che possono ben rappresentare la Legge come ambito di libertà e di concretezza del Patto. L'amore e la benevolenza, possono invece rappresentare il riferimento alla costante novità della Profezia nel progredire della storia. Ma ciò che diviene esperienza totalizzante è infine il "ti farò mia sposa nella fedeltà". L'esperienza del Dio fedele diviene il presupposto unico-necessario e generante, del vincolo Sponsale. Ma è proprio questa fedeltà che permette di "conoscere", non certo intellettualmente il Signore. L'immagine infatti si carica del contenuto più esplicito della conoscenza "biblica", cioè come esperienza di amore pieno.

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