giovedì 16 luglio 2020

Isaia 26,7-9.12.16-19 e Matteo 11,28-30
Memoria della B.V del Monte Carmelo
Le conseguenze del dialogo di amore

"Di notte anela a te l’anima mia, al mattino dentro di me il mio spirito ti cerca (...). Signore, ci concederai la pace, perché tutte le nostre imprese tu compi per noi."
Con queste parole di Isaia iniziamo questa giornata; parole che descrivono dove si pone il nostro cuore. La nostra relazione con Gesù non potrà mai esaurirsi in un atto di fede, o in una formale aggregazione alla Chiesa. La relazione con il Signore, per un credente sarà sempre nel contesto di un amore donato, che suscita un moto di risposta. È la tensione che vive chiunque è stato innamorato, e "nella notte" non si spegne il desiderio dell'amato. Non sino suggestioni sentimentali, ma si tratta della centralità cistologica nella vita del discepolo; è il dimorare di Dio in noi che evidenzia la tensione di amorevole reciprocità. È in questo dialogo di amore spirituale e reale che possiamo rileggere i versetti di Matteo di oggi: "venire a me ..., prendete di me ..., il giogo buono ..., il carico leggero ..."
Gesù propone nel sostituirsi alla fatica del quotidiano, e all'oppressione delle preoccupazioni del mondo, non certo una facile soluzione; ma per la forza del dialogo di amore, ci invita a imparare da Lui, dal suo modo di caricarsi con mitezza e umiltà del "giogo" e dei "pesi"; è la mitezza e l'umiltà che converte i gioghi della fatica in qualcosa che è "buono"; e apre la possibilità di svuotare ogni oppressione per inserirvi la leggerezza della novità del Vangelo.

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