sabato 4 luglio 2020

Amos 9,11-15 e Matteo 9,14-17
Conservare il vecchio e il nuovo ...

" Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – in cui chi ara s’incontrerà con chi miete e chi pigia l’uva con chi getta il seme ...".
La Profezia si accompagna alla fatica di chi ara e di chi getta il seme, fino a raggiungere la pienezza del percorso umano che trova nella mietitura e nella pigiatura. la ricompensa del duro lavoro.
E' una bella immagine che anticipa un Dio che accompagna la storia dell'uomo; un Dio che partecipa della quotidianità - che nulla disprezza -, ma che sembra gustarne il senso e il fine: "Li pianterò nella loro terra e non saranno mai divelti da quel suolo che io ho dato loro", cioè vivere della Promessa. L'immagine dell'incontro, dell'abbraccio è il simbolo della gioia ma soprattutto della pienezza e della sintesi.
La stessa immagine di pienezza accompagna le parole circa la Sponsalità profetica di Gesù. Lui è lo Sposo cioè la pienezza di ogni attesa. In lui trova unità il vino del tempo passato, con il suo corpo robusto e il suo aroma definito; come anche il mosto pigiato di nuovo, ancora acerbo perchè forte e spumeggiante.
Oggi Gesù, ci porta con sè per fare sintesi delle promesse antiche, per sentirne la solidità fondata sulla fede di chi ci ha preceduto - di quella fede ne gustiamo il gusto maturo-; ma ci immette anche nella novità e nell imprevedibilità, dove sarà la nostra fede a corrispondere alle promesse di Dio e a portare a maturazione i nostri giorni. Questo è il gusto provocante del vino nuovo, tutto da immaginare nel suo formarsi. Siamo nel tempo che prepara la festa di nozze, siamo nel tempo in cui desideriamo e attendiamo l'abbraccio; profezia del giungere dello Sposo.

Nessun commento:

Posta un commento